Contrabbasso 1 I vincitori del Concorso Musicale Nazionale di Contrabbasso
Artisti in primo piano...
Sotto, un primo piano della contrabbassista Marco Lepidi, primo classificato al 1° Concorso Nazionale Musicale di Contrabbasso, organizzato dal Laboratorio Musicale Assodolab.
I vincitori dei Concorsi Musicali Nazionali indetti dall’ASSODOLAB.
Il contrabbassista Lepidi Marco, vince il primo premio del 1° Concorso Nazionale Musicale di Contrabbasso organizzato dal Laboratorio Musicale Assodolab, con il brano dal titolo “Concerto per contrabbasso n. 2, Kr. 172” di Karl Ditters.
TRINITAPOLI ..:: Si è tenuto nei giorni dal 28 al 30 settembre 2025 nella città di Trinitapoli, il 1° Concorso Musicale Nazionale di Contrabbasso, organizzato dall’ASSODOLAB. L’Associazione, che ha in sé il Laboratorio Musicale, è un Ente accreditato e qualificato dal MIUR per la formazione del personale della Scuola secondo la Direttiva 170/2016.
Al primo posto, sezione
B (Artisti professionisti), per la categoria “Contrabbasso” si è classificato con
punti 98/100 il maestro contrabbassista Marco Lepidi nato a L’Aquila nel
1990, che ha proposto ed eseguito in modo ammirevole un pezzo di Karl
Ditters dal titolo “Concerto per contrabbasso n. 2, Kr. 172”. Prima di parlare del
vincitore, mi sembra opportuno parlare dell’artista di fama internazionale «Karl
Ditters», compositore contrabbassista.
Karl
Ditters von
Dittersdorf, figura centrale del Classicismo viennese, appartiene a quella
generazione di compositori che, pur vivendo all’ombra dei colossi Haydn e
Mozart, seppe tracciare un proprio percorso originale e sorprendente. Nel 1762
scrisse il Concerto per contrabbasso n. 2, Kr. 172, un’opera che, già dal suo
concepimento, rompeva gli schemi: dare voce solistica a uno strumento ritenuto
allora “grave sostegno” orchestrale significava aprire un varco in un terreno
quasi inesplorato. Ed è proprio in questo spirito di audacia che il concerto si
impone ancora oggi, con la sua luminosità in Mi maggiore, resa possibile dalla
scordatura tipica del contrabbasso viennese, e con la sua architettura
tripartita, capace di alternare brillantezza e lirismo.
Il primo movimento, Allegro moderato, vibra di energia classica, con il
contrabbasso che si innalza oltre i registri abituali, dialogando con
l’orchestra in un gioco di sfide e risposte. L’Adagio svela il lato più intimo
e cantabile dello strumento, restituendogli una voce nobile e quasi vocale,
mentre l’ultimo Allegro sprigiona freschezza, virtuosismo e ironia, con
passaggi rapidi che ancora oggi mettono alla prova la destrezza del solista. È
una pagina che non teme il confronto con i concerti per strumenti “più nobili”,
e che anzi, proprio nella sua atipicità, rivela la lungimiranza del suo autore.
Interpretare questo concerto significa accettare una sfida duplice: da un lato,
padroneggiare le difficoltà tecniche imposte da una scrittura che sfrutta corde
aperte, armonici e agilità inconsuete per lo strumento; dall’altro, restituirne
la dimensione poetica, quella capacità di emozionare che Karl Ditters dissemina
tra le pieghe di un tessuto orchestrale sobrio ma raffinato.
A raccogliere questa eredità è stato recentemente il giovane contrabbassista Marco
Lepidi, che ha offerto del Concerto n. 2 una lettura incisiva e vitale.
Musicista di rara versatilità, attivo in ambito orchestrale, cameristico e
didattico, Lepidi porta con sé un percorso formativo di eccellenza:
diplomato con lode al Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila, ha proseguito gli
studi con lo stesso entusiasmo che lo guida oggi sui palcoscenici e nelle aule
di insegnamento. La sua carriera già lo ha visto collaborare con orchestre
prestigiose e con nomi internazionali come Hans Zimmer, Enrico Dindo e Pavel
Berman, calcando palcoscenici che vanno dal Teatro San Carlo di Napoli al
Palais des Beaux-Arts di Bruxelles.
Nella sua interpretazione del concerto di Karl Ditters von Dittersdorf, Lepidi
riesce a coniugare precisione tecnica e slancio narrativo. Ogni frase sembra
modellata per esaltare non solo la brillantezza virtuosistica del contrabbasso,
ma anche la sua capacità di cantare con calore umano. Nei passaggi più agili
emerge la sicurezza del gesto, mentre nei momenti lirici si avverte
un’intensità che trasforma lo strumento in una voce quasi drammatica. È una
lettura che restituisce allo spartito tutta la sua modernità, mostrando come
un’opera nata oltre due secoli fa possa ancora stupire e commuovere.
Il Concerto per contrabbasso n. 2 non è dunque solo un documento del Classicismo,
ma un banco di prova artistico che continua a parlare alle nuove generazioni di
musicisti. E l’interpretazione di Marco Lepidi dimostra che, affidato a
mani sapienti e a una sensibilità autentica, il contrabbasso non è affatto uno
strumento relegato al ruolo di “fondo orchestrale”, ma un protagonista capace
di sedurre, emozionare e sorprendere.